Sono i fabbri e forgiatori dei ferri da prua e altri acciai.

Intervengono nella ‘terza fase’ del complesso lavoro di costruzione della gondola, dopo che lo scafo è stato costruito, calafato, impeciato. Anche se l’intervento dei fràvi è presente altrove nella gondola, il fulcro del loro lavoro è sempre stato il fèro da próva.
Il ferro di prua, detto anche dolfìn, è diventato, come la fórcola, uno dei simboli di Venezia, tanto che sulla sua forma (ad ‘esse’, con i sette caratteristici ‘denti’) è nata una miriade di interpretazioni (alimentate spesso da gondolieri e squerariòli). A differenza della fórcola, il ferro di prua ha perduto la sua funzionalità (di protezione) ed è oggi un puro ornamento.
La sua forma è la stessa da alcuni secoli, pur con misure e proporzioni diverse. I ferri venivano forgiati a Premana in provincia di Lecco e in Cadore, terra che forniva, oltre alle miniere di materiale ferroso, anche legname e squerariòli. Forgiare un ferro richiedeva anche più di una settimana.

fravi

Oggi si producono in acciaio inossidabile (robusti e durevoli, ma assai costosi) o in lega di alluminio (economici, ma fragili e difficili da tenere puliti); ci sono anche ferri scatolati, di lamierino saldato e vuoti. Il ferro in acciao inox viene tagliato industrialmente a laser, ma si sta diffondendo lentamente anche il ferro in acciaio forgiato a mano. Il fravo applica l’arte antica al pezzo di acciaio, che viene scaldato in forno. Poi è tutto un lavoro di mazza e martello.
Come un tempo, ogni fabbro ha i suoi strumenti, calibrati sulla sua forza. La raffinatezza del ferro sta nella rastrematura.
È ed era questa la perizia del fabbro: lo spessore del ferro si deve assottigliare, da lato a lato, da circa diciotto a zero millimetri.
Talvolta il fabbro forgia, e incide a bulino, anche il ferro di poppa, la lama, che è di dimensioni più modeste, ma più originale nelle soluzioni decorative. I fràvi ricoprivano nella Venezia medioevale un ruolo produttivo determinante, in quanto artefici degli strumenti di lavoro di gran parte delle arti. Il loro Capitolare risale al 1271.
In città è presente il toponimo ‘calle dei fabbri’.